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LETTERA DA UN GENITORE SPECIALE
condividiamo parola per parola.
Leggete con attenzione

#SiamoHandicappatiNoCretini

Iacopo Melio

Mi scrivono:

“Nessuno ha voglia di stare in mezzo alla gente con i nostri figli “speciali”, le loro urla festanti, di nervosismo, lo sfarfallio delle loro braccia, i loro modi “strani” di muoversi, la loro bava che scende sulla maglietta, per cui devi sempre star lì a pulirli, per non destare disgusto negli altri.
È un carico troppo pesante, è un sentirsi al centro dell’ attenzione in maniera “diversa” che non è la loro normalità.
Noi genitori “speciali ” siamo tristi anche quando sorridiamo, o ridiamo a crepapelle, dentro le lacrime ci stanno devastando e per non farle affiorare agli occhi, ci inventiamo sorrisi. E quando restiamo in silenzio, in quel momento stiamo urlando a squarciagola la nostra disperazione.
Nessuno capirà mai quanta tristezza, quanto dolore si prova per quel figlio che non ti chiamerà mai Mamma, che non farà mai le cose “normali”, e mentre loro spiccheranno il volo verso il loro mondo, tu genitore “speciale”, con il cuore lacerato dovrai pensare a chi si occuperà di loro dopo di te.
Brividi di angoscia profonda turbano i tuoi sogni da sveglio e mentre dormi, augurandosi che forse troveranno chi li ami come te, ma sei cosciente che questo non accadrà mai, perché le notti dove non dormi, dove armati e corazzati di pazienza infinta, quella pazienza, quell’amore può trovarlo solo una madre che ama il proprio figlio per quello che è, e non per quello che i dogmi ti vorrebbero far credere, imposto.
Imperfetto ma bello, a cui hai spalancato le porte del cuore, perché non avevi scelta, perché abbondanarlo sarebbe stato strapparti il cuore dal cuore e continuare a vivere “normale”, invece hai deciso di tenertelo nel petto e farlo battere, a volte anche troppo forte, da credere che avrebbe smesso di battere da li a poco.
I nostri figli sono un peso per gli altri, troppo ingombranti, il loro amore troppo ingombrante, i loro occhi troppo profondi per guardarci dentro e perdersi in un mondo “diverso”.
I loro silenzi troppo assordanti da stare a sentire le loro parole. Le loro mani troppo deboli per afferrare le attenzioni, le loro gambe troppo veloci per rincorrerli in questo percorso tortuoso chiamato vita, e aiutarli a sorreggersi al loro amore.
In pochi ti capiranno, e saranno solo altri genitori “speciali ” che conoscono il tuo quotidiano, li guarderai e in fondo agli occhi, proprio in quella stanza laggiù, vi abbraccerete e lontano da tutti verserete quelle lacrime che nessuno potrà mai asciugare.
Le labbra tremeranno e non ci sarà bisogno di parlare, perché le mani nelle tue diranno tutto.
Noi genitori speciali non abbiamo tempo per le cose “normali”e anche banali di una quotidianità che ti assorbe e ti porta distante dal comprendere noi genitori speciali, il dolore lo viviamo sulla nostra pelle.
Non desideriamo compassione, pietà o chiacchiere, non vogliamo falsi sorrisi, false attenzioni, false promesse, false bugie, falsi sentimenti, falso tempo, perché chi vuole esserci c’è, prima ancora che tu lo chieda, irrompe in casa invadendo la tua diversità, e li ci strapperebbero finalmente un vero sorriso di gioia.
Elemosinare amore, attenzioni da chi, predica umanità solidarietà , amore e ruzzola egoismo normale, non serve, non ci serve.
Il nostro tempo è misurato con il contagocce, noi non possiamo fare le passeggiate serene, chiacchierando con l’amica di turno, non possiamo andare a mangiare la pizza o andare da parenti/amici, senza che tutti notino i movimenti strani.
Le giornate chiusi in casa, il telefono che non squilla e tu in terra volgendo lo sguardo verso l’alto, con le lacrime che ti scavano il volto.
Le ambulanze, le corse in ospedale, i medici comprensivi, le sale operatorie fredde ma calde di speranza, i farmaci puzzolenti, la musica, il cambio del pannolino, la famiglia e i familiari???
L’anima che va via ad ogni crisi, le mani che tremano, le luci che si spengono, il mare che puoi solo guardare dal balcone, il gelato che desideri mangiare, ma non è il caso, le scale, la sedia a rotelle, il gallo che senti la mattina presto dal letto, i bambini felici che giocano, e ti scappa un sorriso.
Gli abbracci mai ricevuti, le parole mai dette, i sorrisi sinceri.
La fragilità che devi nascondere perché ti diranno che sei una grande guerriera, ma tu volevi solo essere una principessa .
Lo zaino nuovo, i giocattoli, le scelte quelle che non potrai mai fare e quelle che sei costretta a fare perché altra scelta non c’è.
Le frasi sussurrate agli angoli di una vita che nonostante diversa è meravigliosa, la certezza che questa vita diversa è capitata a te, perché Dio quel suo frammento ha voluto darlo a te.
I pensieri, i sentimenti, le paure, la solitudine, l’angoscia, a volte portano noi genitori “speciali” ad avere atteggiamenti puerili, altre di supponenza con reticenze verso il prossimo, con la strenua difesa che il nostro dolore ci logori dentro. Per cui i discorsi scurrili ci sembrano bazzecole e con solerzia ci rifugiamo nei nostri silenzi.
Intorno a noi un grande pullulare di sentimenti sconnessi a cui non vogliamo più porgere orecchio.
Ma noi genitori “speciali” viviamo questa vita in maniera aggressiva e sul nostro viso troverai sempre un sorriso rassicurativo per cui sembrerà che tutto andrà bene, e ognuno potrà tornare alla vita “normale ” di una “normale” vita.
Lory”
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Source

2017-09-14T21:36:09+00:00